martedì 28 dicembre 2010

le locandine dei giovedì




LE LOCANDINE DEI GIOVEDÌ DI GALLERIA ROMA
Sabato 8 gennaio alle ore 18,30 presso i locali della Galleria Roma di via Maestranza 110 vernissage della mostra " LE LOCANDINE DEI GIOVEDÌ " 52 locandine realizzate da Corrado Brancato nel 2010 per i giovedì della galleria.


Al cuore delle cose
di Salvo Sequenzia
Le locandine realizzate dalla “Galleria Roma” per promuovere gli incontri del “giovedì”, uno delle più vivaci e significativi momenti culturali siracusani, fissano una esperienza di “leggerezza”, nel sottaciuto rimando a una cerchia complice di amici e di “compagni di viaggio” – gli amici della “Galleria Roma” - testimoniano una storia intensa di amore e di passione per la cultura, per l’arte e per quel luogo assoluto – l’isola di Ortigia – che diviene speculum, laboratorio creativo e, insieme, luogo dell’anima dove elaborare e realizzare un’idea di impegno culturale vivace e coerente, rigoroso ed esemplare, “militante” nel senso più profondo dell’espressione, qual è quello che da anni gli amici della “Galleria Roma” portano avanti.
Vere e proprie opere d’arte, mai banali, mai frettolose, sempre puntuali e dense nel definire e illustrare l’evento, le locandine così concepite, assumono in maniera concreta la dimensione dell’evento e diventano molto di più di una semplice illustrazione della rassegna. Rappresentano uno specchio dei tempi. Chiosano, coincise, l’attualità. Sono il lessico visivo del presente. Tematizzano la complessità del reale. Con linguaggi e tecniche differenti le affiche non hanno più solo il compito di captare l’interesse del passante distratto e accompagnarlo attraverso la città alla sede della manifestazione, ma diventano una sorta di prolungamento dell’evento nei vicoli di Ortigia, nella città di Siracusa, nell’universo del web: una possibilità di espressione ulteriore, una presenza di sé oltre l’evento.
C’è un assieparsi di memorie, in queste locandine così caramente raccolte e postillate da Corrado Brancato. Un affiorare di volti. Un brulicare di voci. Un ribollio di temi, argomenti, tenzoni. Prospettive lunghe, dettate da meditazioni severe. E, consentitemi, si coglie anche l’agitarsi di una bella malinconia. La malinconia dei momenti che mancano e che si vorrebbe che tornassero, sempre.
Da tale esperienza di “leggerezza” e di animato ventaglio culturale (che ha visto l’adesione e il contributo di un fervido manipolo di scrittori, giornalisti, critici d’arte, poeti, studiosi di antropologia, etnografi, medici, scienziati e giuristi) si dipana un progetto tra i più esaltanti e felicemente riusciti della Sicilia orientale di questo ultimo decennio. Un progetto in cui lievita un’idea dell’impegno culturale nutrita dei valori originali dell’uomo e caratterizzata da un meticciato intellettuale tra i più originali: quasi un andare a bottega, un apprendistato continuo, laborioso, lungimirante, il cui fermo sestante è il dialogo, l’incontro, la condivisione di progetti, di idee e di visioni del mondo; l’apertura mentale e la “scommessa di sè” come ricerca di accrescimento etico e, quindi, contributo di civiltà. Per giungere, sempre, al cuore delle cose, e donarle al mondo in un atto d’amore. Amore per la cultura, amore per l’uomo.

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero



Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

sabato 25 dicembre 2010

2011; 150 anni dell'Unità d'Italia calendario celebrazioni



galleriaRoma
via Maestranza 110
Siracusa
Calendario delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia


Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
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lunedì 13 dicembre 2010

La corda spezzata dell'arrivo


Giovedì 16 dicembre alle ore 18,30, ultimo incontro del 2010 con i giovedì della galleria.
"LA CORDA SPEZZATA DELL’ARRIVO"
Prospettive e visioni del mondo liquido
a cura di Salvo Sequenzia
Mi piace chiudere il mio ciclo di incontri del “Giovedì” alla Galleria Roma di Ortigia raccontandovi che cosa vi è «di qua dal Faro», per usare, capovolgendola, una espressione che i Borbone adoperavano per indicare le terre di Sicilia e le sue genti, come se si trattasse di un mondo autre, di un confine totale. Vincenzo Consolo ha ripreso questa concezione e ha intitolato un suo libro Di qua dal faro, ponendosi dal punto di vista della Sicilia come «dalla parte degli infedeli», rovesciando la prospettiva e narrando l’isola partendo dal mare che la circonda.
In questo racconto voglio segnare le rotte di un viaggio che attraversa l’Isola passando attraverso il simbolico dell’immagine, del verso e della prosa; un percorso tra “isole” che disegna il volto del territorio entro cui si insinua, raffigurandolo come un “arcipelago” ricco e frastagliato, mutevole e meticcio, finis terrae ed Ultima Thule.
Attraverso Verga, Capuana, De Roberto, Pirandello, Rosso di San Secondo, Borgese, Quasimodo, Vittorini, Pizzuto, Brancati, D’Arrigo, fino a Bonaviri, Cattafi, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Bufalino e Consolo – classici italiani che sono insieme classici siciliani – si delinea la prospettiva di un “mondo liquido”, che diviene metafora, simbolo ed elemento costituivo di un universo che la letteratura rivela nella sua geografia mutevole, mitica eppure profondamente storica. La Sicilia, in questi autori, diviene nesos, “terra che galleggia”, e si pone in maniera netta al centro di un sistema di rapporti culturali, artistici e letterari in cui la sperimentazione dei codici espressivi e di genere, imponendosi molto oltre la «dimora isolana», va a collocarsi in una dimensione decisamente pelasgica. Un carattere non unitario, dunque, che in tale eterodossia racchiude la sua immensa forza creativa, una magma, un arcipelago di voci vivo e fecondo, “plurale” e “impuro”.
Di acqua si nutrono i miraggi che covano dentro la scrittura de Il sorriso dell’ignoto marinaio di Consolo, de-lirando in una scrittura che scardina i piani temporali facendosi documento storico, frammento di puro lirismo, invettiva.
Dall’acqua nasce Horcynus Orca di D’Arrigo, un'opera vasta e complessa, vero e proprio monstrum nel panorama letterario contemporaneo, che sembra sottrarsi ad ogni interpretazione unilaterale, ma nello stesso tempo, per un singolare paradosso, pare quasi orientare a una lettura in chiave prevalentemente simbolica. Si può infatti affermare che in tale prospettiva il tema fondamentale sia rappresentato dal viaggio in mare, lungo il filo di un nostos omerico, con la presenza apocalittica della fera sullo Stretto. Nulla più del mare di Messina è medi-terraneo, porthmos e poros al contempo, stretto braccio equoreo circondato da terre, passaggio, scorrimento, ma trattenuto, contenuto tra sponde terranee.
Il carattere simbolico e a tratti epico della scrittura di D’Arrigo risulta accentuato dalla singolare invenzione linguistica, impasto perfettamente coerente di elementi dialettali, arcaismi, neologismi e linguaggio colto, che custodisce gelosamente il segreto indecifrabile della propria origine.
La Lingua phari, col suo braccio ricurvo, è da un lato, nella sua forma concava, terra che si incunea nel mare dello Stretto come un corpo flessuoso ripiegato appena, creando con il proprio ventre l’insenatura del porto, spazio riparato da venti e correnti, mentre dall’altro offre la schiena al mare aperto dello Stretto, esponendosi al ritmico incontro delle correnti come al soffiare d ello scirocco. Qui vive la fera, l’Orca che nella scrittura di D’Arrigo si fa fiocina e uncino che cattura, immagine terrifica che insinua sinistri presagi là «dove mare è mare».
In questo «mare di sangue pestato», spazio privo di misura e refrattario a ogni nomos, deserto d’acque su cui non si riesce a tracciare confini, a ritagliare forme e figure, superficie liscia e uniforme, spazio del sempreoltre, dell’incessante attraversamento e perciò del più assoluto sradicamento, balugina la misteriosa creatura – fantasma, apparizione, frutto di diceria o di insania – del lungo racconto “darrighiano” La coda di pesce che inseguiva l’amore di Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri. Libro “gemino”, scritto a quattro mani, colpisce per la sua singolarità nel panorama della letteratura siciliana ed italiana di questo primo decennio del nuovo millennio. Esso sembra chiudere un ciclo nella vicenda letteraria dei due autori, ed aprirne un altro, nella vicenda più ampia della nostra letteratura d’oggi. Il richiamo di questa opera è a riconsiderare il particolare sperimentalismo tra realismo storico e neobarocco, in cui miti, sentimenti, leggende, problematiche esistenziali (i temi dell’esclusione, della libertà, della giustizia), colti nella cornice di un microcosmo tra mare e terra, diventano oggetto di riflessione ampia sulla grande e piccola storia, risolti in una scrittura che conosce il dono della poesia e della verità.

Salvo Sequenzia

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
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sabato 11 dicembre 2010

LA CITTA’ LEGGE Proposte per un’informazione al plurale



La Galleria Roma si pregia di invitare la S.V. per il 15 dicembre alle ore 18,30 per discutere e dibattere un TEMA di grande attualità:

Io informo
….tu informi
…noi informiamo….
LA CITTA’ LEGGE
Proposte per un’informazione al plurale

Mercoledì 15 dicembre 2010 alle ore 18,30 presso la Galleria Roma……..
Chi volesse intervenire con proprie proposte avrà 10 minuti a sua disposizione e può prenotarsi presso la direzione della galleria Roma via Maestranza 110

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


Info:
0931/746931
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cell.338/3646560
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giovedì 2 dicembre 2010

LA CITTA’ LEGGE Proposte per un’informazione al plurale


Io informo
……..tu informi
……………noi informiamo…….
LA CITTA’ LEGGE
Proposte per un’informazione al plurale

Mercoledì 15 dicembre 2010 alle ore 18,30 presso la Galleria Roma……..
Chi volesse intervenire con proprie proposte avrà 10 minuti a sua disposizione e può prenotarsi presso la direzione della galleria Roma via Maestranza 110
TEL 0931.66960 cell. 338.3646560
e-mail: galleriaroma@gmail.com

ENTRO LE ORE 16 DEL 15 DICEMBRE 2010
Info:
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lunedì 29 novembre 2010

JOHN LENNON

galleriaRoma
via Maestranza 110
Siracusa

Giovedì 9 dicembre alle ore 18,30 Salvatore Rapisarda presenta John Lennon 1940-1970-1980-2010

giovedì 25 novembre 2010

Dal Bianco al Nero


Dal Bianco al Nero (passando per il mare)

Fotografie di rocce e forme primordiali per scegliere l’inquadratura del tempo, rivelato dall’istantanea di un onda o dall’eternità di un macigno a riposo.
(Salvatore Zito per Galleria Roma)

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Con la presentazione di Salvatore Zito verrà inaugurata sabato 4 dicembre alle ore 18,30 la mostra del fotografo Francesco Favara presso i locali di Galleria Roma in via Maestranza 110 a Ortigia.
Francesco Favara appartiene all’universo solitario della fotografia, lontano dagli stereotipi della mondanità e delle illusioni di un mondo perfetto. Procedendo all’incontrario egli inizia il suo cammino di ricerca controcorrente, a partire dai margini culturali degli attuali stilemi sociali, dal fuori moda, da ciò che non è leziosamente trendy, facendosi carico di esplorare i sentieri del vero anziché del falso, del concreto anziché del fatuo, sulla difficile strada della fotografia in quanto “valore culturale” della comunicazione, sublime e personale espressione dell’intimo convincimento che occorre riprendere le fila delle verità.
Fotografie come versi, composti sul punto di confine (la riva del mare) delle certezze linguistiche, lì dove occorre fermarsi, non potendo andare oltre. Lì dove pensare è una necessità.
La sequenza di circa venti immagini intitolata “dal bianco al nero” è il viaggio della mente, attraverso le infinite gradazioni dei toni (grigi per mantenere l’intimità delle emozioni) e dei sensi, che Favara compie sulle ispide rocce delle nostrane scogliere per scegliere l’inquadratura del tempo, rivelato dall’istantanea di un onda o dall’eternità di un macigno a riposo. Una scenografia primordiale sintomatica del progetto dell’autore inteso come scopo, o pretesto, per tastare il cuore dell’umanità, per porre questa al cospetto di una natura scomoda e ostile quanto vera invece che al cospetto di ipocrite ma scintillanti futilità.
Rigore e disciplina caratterizzano il lavoro di Francesco Favara che anacronisticamente sfida le tendenze attuali tendenti alla sensazionalità, contrapponendo la consapevolezza e la semplicità di colui che ha capito che la fantasia è ancora una umana necessità.
Un romantico stralcio visivo di un genere e di un modus di fare fotografia in via di estinzione ma non per questo privo di quell’irresistibile fascino della stampa fotografica vintage, maggiormente valorizzato dal lavoro totale di un fotografo che ancora, nell’era del digitale, manovra pellicole e bacinelle sotto la fievole luce rossa della sua camera oscura, misteriosa e intrigante tanto quanto le immagini che da lì prenderanno forma magari, chissà, anche aiutate dalle note di un concerto per pianoforte di Brahms.
Per i cultori della buona fotografia è certamente una mostra da non perdere.

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero



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mercoledì 24 novembre 2010

Presentazione libro "Circannu nun si sa chi"

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero


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lunedì 22 novembre 2010

Poesie d'Amore 2011 Regolamento


REGOLAMENTO della rassegna letteraria “POESIA d’AMORE – 2011”




1. L’Associazione Culturale Nuova Galleria Roma con sede in Siracusa, via Maestranza 110 organizza per l’anno 2011 la 6a rassegna letteraria “POESIA d’AMORE”.
La finalità della manifestazione è quella di divulgare e incoraggiare la lettura della Poesia attraverso l’organizzazione di un evento che metta in luce meritevoli autori attraverso la pubblicazione di una silloge poetica che raccolga i migliori lavori presentati nell’anno della rassegna.

2. Le Poesie che partecipano alla selezione sono divise in tre sezioni:

- Sezione A - Poesia inedita sul tema dell’amore
- Sezione B - Poesia inedita a tema libero
- Sezione C - Poesia inedita in Vernacolo a tema libero


3. Si concorre alla Sez. A inviando a mezzo posta tre poesie in lingua italiana (max 40 versi ciascuna), sul tema dell’amore, in unica copia in busta chiusa avendo cura di riportare sull’esterno le generalità e i recapiti dell’Autore o, via e-mail all’indirizzo di posta elettronica: galleriaroma@gmail.com


4. Si concorre alla Sez. B inviando a mezzo posta tre poesie in lingua italiana (max 40 versi ciascuna), a tema libero, in unica copia in busta chiusa avendo cura di riportare sull’esterno le generalità e i recapiti dell’Autore o, via e-mail all’indirizzo di posta elettronica: galleriaroma@gmail.com


5. Si concorre alla Sez. C inviando a mezzo posta due poesie in Vernacolo (max 60 versi ciascuna), a tema libero, in unica copia, in unica copia in busta chiusa avendo cura di riportare sull’esterno le generalità e i recapiti dell’Autore o, via e-mail all’indirizzo di posta elettronica: galleriaroma@gmail.com.


6. Le poesie inviate devono essere inedite a pena di esclusione dalla selezione.
Per poesia inedita si fa esplicito riferimento a qualsiasi lavoro che non abbia ricevuto regolare pubblicazione editoriale. La visibilità sui siti Web, o sulle riviste di settore non implica pertanto l'automatica attivazione dei diritti d'autore.


7. Le opere dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 gennaio 2011 al seguente indirizzo:

Galleria Roma
Rassegna Poesia 2011
Via Maestranza 110
96100 – Siracusa

Non è prevista la restituzione degli elaborati poetici.

8. L’iscrizione è gratuita, ad eccezione di quanto stabilito al successivo punto “14” ed ha luogo con la consegna a mano, con la spedizione postale o a mezzo e-mail delle opere come indicato ai punti 3, 4 e 5.


9. I lavori pervenuti in regola con l’iscrizione saranno esaminati dalla Commissione della Rassegna così composta:

Salvatore Sequenzia Semiologo
Maria Teresa Asaro Insegnante
Rosa Maria Sciuto Giornalista e critico letterario
Salvatore Zito Presidente Associazione Nuova Galleria Roma
Vittorio Giaracca Segretario della Rassegna


10. La Commissione sceglierà le poesie da pubblicare in un volume edito da Galleria Roma le cui specifiche saranno rese pubbliche mediante affissione all’albo associativo e pubblicazione sul sito web www.galleriaroma.it/poesia2011 .
Il giudizio della Commissione è insindacabile.


11. La Commissione si riunirà per la discussione finale sulla selezione dei lavori nelle seguenti giornate:

- Mercoledì 2 febbraio 2011 alle ore 17,30
- Mercoledì 9 febbraio 2011 alle ore 17,30


12. Giovedì 10 febbraio 2011 i poeti partecipanti saranno informati sull’esito della selezione direttamente, tramite posta o per via e-mail.

13. Agli autori selezionati verrà richiesto un contributo spese di € 20,00 utili per la pubblicazione del volume di poesie del quale ciascun autore avrà diritto a ricevere, a stampa ultimata, n. 10 copie. Il contributo verrà versato in contanti presso la Sede dell’Associazione Nuova Galleria Roma, in via Maestranza, 110 – Siracusa, o spedito tramite lettera assicurata.


14. Le poesie saranno recitate nel corso di una serata pubblica dedicata alla Rassegna che si terrà nel mese di aprile del 2011 e di cui ne sarà data notizia attraverso i canali di comunicazione ordinari nonché con l’affissione all’albo associativo della locandina dell’evento entro il 15 marzo p.v.- nel corso della stessa serata saranno consegnati a tutti i poeti partecipanti gli attestati di partecipazione.


15. I dati personali dei partecipanti saranno trattati nel rispetto e nell’osservanza di quanto dettato dalla Legge .


Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
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Vulcani e terremoti terzo incontro di geologia


Giovedì 25 Novembre alle ore 18,30 terzo incontro di Geologia a cura del dott. Delio Mica che parlerà di "VULCANI E TERREMOTI"
Due effetti dei movimenti della crosta terrestre sono i vulcani e i terremoti. Entrambi sono prodotti dalle intense e, a volte, profonde fratturazioni che si producono quando le zolle litosferiche interagiscono scontrandosi o allontanandosi. Si tratta quindi di normali fenomeni naturali che si manifestano in tutto il globo sia nella parte continentale che oceanica.
Quando tali fenomeni interessano le popolazioni umane, se non vengono valutati correttamente, possono costituire un rischio che potrebbe essere controllato alla luce delle moderne conoscenze che ormai hanno ampiamente spiegato la genesi e gli effetti spesso distruttivi.
La penisola italiana e la Sicilia si trovano in una posizione del tutto particolare determinata dallo scontro, già avvenuto, della zolla africana con quella europea che ha provocato la chiusura di un oceano, la Tetide, che si frapponeva fra i due continenti, dando origine alla orogenesi alpino-himalayana. Ancora oggi tali movimenti di compressione agiscono nell’area mediterranea producendo intense fratturazioni crostali che causano periodici fenomeni tellurici anche di forte intensità e un vulcanesimo sia fossile che attivo che è presente soprattutto nell’area centro-meridionale mediterranea

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

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domenica 21 novembre 2010

Collettiva "Natale in Galleria"

NATALE IN GALLERIA
Collettiva d'Arte riservata ai soci

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero



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venerdì 19 novembre 2010

Poesie d'Amore 2011


REGOLAMENTO della rassegna letteraria “POESIA d’AMORE – 2011”




1. L’Associazione Culturale Nuova Galleria Roma con sede in Siracusa, via Maestranza 110 organizza per l’anno 2011 la 6a rassegna letteraria “POESIA d’AMORE”.
La finalità della manifestazione è quella di divulgare e incoraggiare la lettura della Poesia attraverso l’organizzazione di un evento che metta in luce meritevoli autori attraverso la pubblicazione di una silloge poetica che raccolga i migliori lavori presentati nell’anno della rassegna.

2. Le Poesie che partecipano alla selezione sono divise in tre sezioni:

- Sezione A - Poesia inedita sul tema dell’amore
- Sezione B - Poesia inedita a tema libero
- Sezione C - Poesia inedita in Vernacolo a tema libero


3. Si concorre alla Sez. A inviando a mezzo posta tre poesie in lingua italiana (max 40 versi ciascuna), sul tema dell’amore, in unica copia in busta chiusa avendo cura di riportare sull’esterno le generalità e i recapiti dell’Autore o, via e-mail all’indirizzo di posta elettronica: galleriaroma@gmail.com


4. Si concorre alla Sez. B inviando a mezzo posta tre poesie in lingua italiana (max 40 versi ciascuna), a tema libero, in unica copia in busta chiusa avendo cura di riportare sull’esterno le generalità e i recapiti dell’Autore o, via e-mail all’indirizzo di posta elettronica: galleriaroma@gmail.com


5. Si concorre alla Sez. C inviando a mezzo posta due poesie in Vernacolo (max 60 versi ciascuna), a tema libero, in unica copia, in unica copia in busta chiusa avendo cura di riportare sull’esterno le generalità e i recapiti dell’Autore o, via e-mail all’indirizzo di posta elettronica: galleriaroma@gmail.com.


6. Le poesie inviate devono essere inedite a pena di esclusione dalla selezione.
Per poesia inedita si fa esplicito riferimento a qualsiasi lavoro che non abbia ricevuto regolare pubblicazione editoriale. La visibilità sui siti Web, o sulle riviste di settore non implica pertanto l'automatica attivazione dei diritti d'autore.


7. Le opere dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 gennaio 2011 al seguente indirizzo:

Galleria Roma
Rassegna Poesia 2011
Via Maestranza 110
96100 – Siracusa

Non è prevista la restituzione degli elaborati poetici.

8. L’iscrizione è gratuita, ad eccezione di quanto stabilito al successivo punto “14” ed ha luogo con la consegna a mano, con la spedizione postale o a mezzo e-mail delle opere come indicato ai punti 3, 4 e 5.


9. I lavori pervenuti in regola con l’iscrizione saranno esaminati dalla Commissione della Rassegna così composta:

Salvatore Sequenzia Semiologo
Maria Teresa Asaro Insegnante
Rosa Maria Sciuto Giornalista e critico letterario
Salvatore Zito Presidente Associazione Nuova Galleria Roma
Vittorio Giaracca Segretario della Rassegna


10. La Commissione sceglierà le poesie da pubblicare in un volume edito da Galleria Roma le cui specifiche saranno rese pubbliche mediante affissione all’albo associativo e pubblicazione sul sito web www.galleriaroma.it/poesia2011 .
Il giudizio della Commissione è insindacabile.


11. La Commissione si riunirà per la discussione finale sulla selezione dei lavori nelle seguenti giornate:

- Mercoledì 2 febbraio 2011 alle ore 17,30
- Mercoledì 9 febbraio 2011 alle ore 17,30


12. Giovedì 10 febbraio 2011 i poeti partecipanti saranno informati sull’esito della selezione direttamente, tramite posta o per via e-mail.

13. Agli autori selezionati verrà richiesto un contributo spese di € 20,00 utili per la pubblicazione del volume di poesie del quale ciascun autore avrà diritto a ricevere, a stampa ultimata, n. 10 copie. Il contributo verrà versato in contanti presso la Sede dell’Associazione Nuova Galleria Roma, in via Maestranza, 110 – Siracusa, o spedito tramite lettera assicurata.


14. Le poesie saranno recitate nel corso di una serata pubblica dedicata alla Rassegna che si terrà nel mese di aprile del 2011 e di cui ne sarà data notizia attraverso i canali di comunicazione ordinari nonché con l’affissione all’albo associativo della locandina dell’evento entro il 15 marzo p.v.- nel corso della stessa serata saranno consegnati a tutti i poeti partecipanti gli attestati di partecipazione.


15. I dati personali dei partecipanti saranno trattati nel rispetto e nell’osservanza di quanto dettato dalla Legge .


Info:
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0931/66960 (orario apertura Galleria)
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martedì 16 novembre 2010

mercoledì 3 novembre 2010

CONTRAPPUNTI di Fiorella Cascieri



galleriaRoma
presenta

CONTRAPPUNTI
Memoria e visione nel “piccolo mondo antico” di Fiorella Cascieri

mostra personale dell'artista
Fiorella Cascieri

6/16 novembre
Apertura e Vernissage sabato 6 novembre ore 18,30 a cura di Salvatore Zito

Presentazione critica di Salvo Sequenzia

direzione Artistica a cura di Corrado Brancato


Ho pensato subito, dal mio primo incontro con la pittura di Fiorella Cascieri, di trovarmi di fronte a un'opera pervasa di poesia e di incanto, nella quale – per una sorta di felicissima iunctura – la visione sa farsi memoria di cose amate, di cose perdute; sostanza di “cose sperate”.
La pittura di Fiorella Cascieri ha inizio là dove il contenuto di questa visione si stempera nella ricerca formale di un micro-universo narrante, là dove l’immagine si scioglie - si “abstrae” - nel magma prezioso del colore, che in ogni tela secerne il ricordo dei migliori pensieri casoratiani sulle nature morte e i paesaggi di memoria, o di certi impasti cromatici del primo Cascella. Mai di mimesis si tratta, ma di una costante “ricreazione” esercitata su intimi processi organici, che attraversano la realtà di natura, e che la pittrice coglie con sguardo rapito, sognante.
C’è la memoria di un paesaggio dietro ogni forma che affiora, e l’emozione assoluta, propria di ogni artista, di ridare senso all'indicibile. La teoria delle immagini si dipana con serenità, gli eventi del giorno scorrono verso il silenzio, il tumulto del vivere si placa gradatamente. La linea dell’orizzonte divide alto e basso, ma qui finiscono le certezze: terra e cielo si specchiano l’uno nell’altra, la terra si riconosce nelle nuvole, l’acqua accoglie e fa suoi i colori dell’aria, le marine insinuano – nella tenue restituzione dei valori cromatici, malinconie lunghe e serenanti.
In ogni quadro di Fiorella Cascieri l’immagine si stende in ritmi pacificati, tende a semplificarsi in campiture nette e definite. Forme e colori costituiscono solo suggerimenti: essi non vogliono definire lo spazio ed il suo contenuto, ma, piuttosto, intendono evocare, alludere. Qualcosa vien detto, molto di più rimane nascosto. Dietro le forme sta tutto ciò che noi dobbiamo recuperare in prima persona, e siamo spinti a farlo poiché si avverte la presenza di un mistero che risiede oltre l'immagine.
In questo grumo inespresso, in questo “indicibile”, non l’immagine suscita il ritmo, la cadenza, il tempo; ma il ritmo, l’aura, l’oscurità e l’enigma naturale della notte generano l’immagine, la trama creativa in uno spazio e in un tempo fluttuanti. Là c’è la natura con i significati, la rappresentazione, i codici del giorno. Qui c’è la notte nel suo senso intraducibile.
E' un “piccolo mondo antico” che affiora dall'universo pittorico di Fiorella Cascieri. I paesaggi, i ritratti, le nature morte, i reperti, stanno in bilico tra la realtà e l’immaginazione, quasi fossero segni astratti prodotti dalla mente o dalle emozioni, paesaggi interiori. In questo “piccolo mondo antico, che il mondo della pittura di Fiorella Cascieri, gozzanianamente fatto di piccole cose, prendono corpo le sensazioni che si modulano attraverso il linguaggio della memoria che si è depositato nel cuore dell’autrice. Sicché emerge e si riconosce, nel suo fare, anche una lunga tradizione artistica, di scuola romana, nelle luminosità, nelle “vedute”, nelle velature che costruiscono un tonalismo soffuso e dorato.
Eppure, non è in tale direzione che conducono le opere di Fiorella Cascieri, né tanto meno sono rivolte al recupero di una qualche forma di descrizione-figurazione di situazioni di natura, di paesaggismo o vedutismo che sia. Non è questa la natura tematizzata nei quadri di Cascieri, bensì è il senso ed il sentimento della natura che sono cogenti, nel significato che a tale espressione aveva attribuito Francesco Arcangeli in quel fondamentale saggio apparso nel novembre del 1954 su “Paragone”, Gli ultimi naturalisti, nel quale il grande critico bolognese individuava gli antesignani della “stagione informale”. Nel saggio Arcangeli si riferiva ad una natura che «si guarda, si respira, si sente, si soffre ancor prima che la si dica in parole; natura “profondamente a amorosamente angosciata, e quasi medianicamente intuita».
In questa chiave ed entro tale prospettiva ermenenutica si sono da interpretare le motivazioni che ispirano la pittura di Fiorella Cascieri.

Salvo Sequenzia

Organizzazione e
Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero



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0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

domenica 31 ottobre 2010

Fiori di Bach


galleriaRoma
via Maestranza 110
96100 Siracusa

Giovedì 4 novembre alle ore 18,30 la dott.ssa Aurelia Spagnolo parlerà di
FIORI DI BACH
FIORI CALIFORNIANI
FIORI AUSTRALIANI
Una nuova, "antica", via per il benessere psico-fisico


Nella psico-terapia olistica, la floriterapia (fiori di Bach, fiori californiani, fiori australiani ecc) occupa un posto rilevante. La vibrazione che si sprigiona da ogni fiore va a colpire direttamente l'essenza dell'uomo: la sua anima.
Le essenze floreali possono toccare ogni aspetto dell'esperienza umana, quindi abbiamo fiori per la paura dell'ignoto, per le paure concrete, per la solitudine, la depressione endogena ecc.
Un'accurata mescolanza delle essenze produce cambiamenti in modo dolce e duraturo. Il principio fondamentale della floriterapia è che il nostro benessere personale e il senso di interezza dipendono principalmente dal benessere del mondo in cui viviamo.
L'equilibrio nasce quindi da un dialogo tra l'anima umana e l'anima della natura.
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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domenica 17 ottobre 2010

INTRECCI DI VOCI -IL SUD NELLA NUOVA LETTERATURA


Giovedì 21 ottobre alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma Salvo Sequenzia parlerà di
INTRECCI DI VOCI
IL SUD NELLA NUOVA LETTERATURA


Nel febbraio del 1994, a Napoli, si tenne a Galassia Gutemberg un incontro di scrittori meridionali di più generazioni, ma soprattutto molto giovani. L'incontro aveva per titolo “Narrare il Sud”. Goffredo Fofi nel 1995 dedicherà a questo incontro un interessante saggio dal titolo Narrare il Sud, pubblicato da Liguori con la prefazione di Vincenzo Consolo. L'italianista Daniela Carmosino, docente presso l’Università del Molise, fa risalire a tale convegno la data di nascita di una nuova narrativa meridionale, una sorta di “Nuovo Risorgimento”, a cui la studiosa dedicherà nel 2009 una pregnante e lucidissima analisi confluita nel pamphlet Uccidiamo la luna a Marechiaro. Il Sud nella nuova narrativa, pubblicato da Donzelli.
In quegli anni una nuova generazione di scrittori faceva il suo ingresso nello scialbo parterre letterario italiano: una generazione che, negli anni successivi, si sarebbe affermata prepotentemente grazie a un nuovo modo di “leggere” la realtà e la società italiane e all'adozione di originalissime prospettive narrative e all’uso di nuovi linguaggi.
I risultati di tali esperienze, posti al vaglio ad oltre quindici anni di distanza, appajono variegati e disparati. Si tratta senza dubbio di opere di assoluto rilievo, che hanno avuto il merito di “aggredire” gli stereotipi di una tradizione sfibrata ed hanno affermato nuovi modi di “leggere” e di raccontare non solo il Sud, ma – più estensivamente ed intensivamente – di adoperare una modalità “palombara”, inabissandosi dentro una mutazione sociale che stava “accadendo” a Mezzogiorno, nel resto d'Italia e nel mondo, e di raccontare intus et in cute tale mutazione.
Facendo propria ed assumendo una delle più cospicue e “pesanti” eredità letterarie – Sciascia, Bufalino, Consolo, Ortese, Rea, La Capria, Nigro, Tondelli, De Carlo, Busi, Onofri, Benni – questa nuova generazione letteraria avverte sensibilmente i segni del cambiamento e li traduce in una riflessione teorica che conduce ad una sperimentazione sia formale che tematica, in funzione tanto di un”aggiornamento al presente”, quanto di una potatura del repertorio tematico ereditato dalla tradizione di riferimento, con l'innesto delle più vive esperienze che andavano frattanto maturando negli Stati Uniti, in Sud America, nell'Africa occidentale e in Asia.
Da tale humus fecondissimo germogliano le interessanti e significative esperienze narrative di Livio Romano, Francesco Piccolo, Giulio Mozzi, Montesano, Gaetano Cappelli, Antonio Pascale; e, più tardi, quelle di Ottavio Cappellani, Salvatore Scalia, Massimo Maugeri, Silvana La Spina, Silvana Grasso, Simona Lo Iacono, Veronica Tomassini. Esperienze, queste ultime, che si muovono tra la contingenza del dato reale e la capacità di trasfigurare tale dato in simbolo, in figura, in condizione universale; segnali vitalissimi, irriducibili ad ogni pretesa di categorizzazione; testimonianza di una “urgenza” conoscitiva e demistificante e di una talora “impietosa” tensione gnoseologica, morale.
Dalla recensio dei materiali narrativi si coglie la sperimentazione formale e linguistica (Cappellani, Grasso), il nuovo noir esistenziale (Massimo Maugeri, Turi Scalia), la felice reinvenzione del romanzo storico e metanarrativo (Silvana La Spina, Simona Lo Iacono); l'implacabile e cruda scrittura di denuncia e il reportage narrativo (Veronica Tomassini), capace di dare vita, carne, colore e individualità al fatto di cronaca.
Senza rinunciare alla forza icastica, alla potenza evocativa ed emozionale della parola, al potere conoscitivo della letteratura, né tantomeno alla qualità “deragliante” e “divergente” del discorso narrativo, la letteratura del nuovo Sud rinnega tutte le stimmate di istituzionalizzazione e di codificazione per essere voce ed espressione di una lancinante ed “inaudita”neutralità.
Ne consegue la individuazione di una assoluta specificità di ciascun percorso espressivo, che ribalta l’assunto di una definizione antologizzzante o “canonica” di una “letteratura meridionale” - cristallizzata in una costellazione di temi, di topoi (rassegnazione, vittimismo, fatalismo, rivolta sociale, individualismo) e di caratteri - che porta alla dissoluzione di un approccio geografico alla problematica – la prospettiva localistico/regionalistica di una letteratura campana, siciliana, pugliese, calabrese – e che si orienta piuttosto sul crinale di quella “vocazione”, già appurata da Leonardo Sciascia, che individua il carattere precipuo di una letteratura radicata a un luogo, a un momento storico, a un paesaggio, a un individuo, a una storia, a un istante, eppur capace di divenire voce corale, assoluta, assumendo, nel suo proprium, una molteplicità di punti vista, di prospettive; aprendosi al ventaglio di una prospettiva più vasta, eterogenea ed erratica – talora eretica ed eterodossa. Un felice intreccio di voci che ha dato vita, in quest’ultimo decennio – nella specola di un angolo di provincia d’Europa - ad una delle esperienze più esaltanti maturate nella letteratura dell’età nostra.

Salvo Sequenzia

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

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lunedì 11 ottobre 2010

Mestieri scomparsi - Mariarosa Malesani


galleriaRoma
palazzo Rizza
via Maestranza 110 Siracusa

Giovedì 14 ottobre alle ore 18,30 la professoressa Mariarosa Malesani parlerà dei mestieri scomparsi nel corso della serata saranno proiettati foto e filmati d'epoca

La memoria è la nostra cultura ed è l’ordinata raccolta dei nostri pensieri ed è pure l’ordinata raccolta dei pensieri degli altri uomini, di tutti gli uomini che ci hanno preceduto.
Mentre nella seconda metà dell’800 l’industrializzazione andava di pari passo con i vecchi arnesi manuali e con l’oggettistica quotidiana; macchine e manualità coabitarono per lungo tempo e la modernità maturava lentamente. Negli anni ’50 l’evoluzione industriale fu repentina e portò le devastanti lusinghe di una occupazione senza fatica e poco sudore. Fu un avvento improvviso che colpì masse di contadini e pastori, artigiani e manifatturieri, spazzati via al punto che non ci fu coabitazione tra antico e moderno: pian piano sparirono i lavannari, i carritteri, i vanniaturi, i seggiari, i craunari, i molinari, i gazzusari, i cantineri, i bottari, gli strilloni ……..
E io credo che dovremmo invece risvegliare nei siracusani la voglia di appropriarsi del loro passato perché sembrano dimentichi della loro cultura popolare cosicché hanno spezzato il cordone ombelicale con la storia popolare della propria gente che, invece, è rimasta, nei secoli e sotto tutte le dominazioni, il filo di Arianna che ha permesso alla città di mantenere fieramente la propria identità che la caratterizza. Senza abbandonarci ad uno sterile “amarcord” credo che una certa nostalgia per la Siracusa di una volta, ricca di figure che rendevano le strade e i vicoli così pieni di fascino e poesia, sia auspicabile . Accanto alle merci che vendevano, ai servizi che prestavano, alla loro abilità nel riparare donavano saggezza, consigli….

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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martedì 5 ottobre 2010

LipumaSettanta


La mostra è inserita negli eventi della Giornata del Contemporaneo indetta dall’ A.M.A.C.I. (Ass. Musei Arte Contemporanea Italiani).

Sabato 9 ottobre 2010 alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma via Maestranza 110 Siracusa l'architetto Salvatore Rapisarda presenta

LipumaSettanta
Nove ottobre 2010

SALVO LI PUMA

Un pittore, un siracusano dell’arte.
Nelle sue opere il possesso dell’oggetto e del luogo,
pensiero e osservazione,
interazione intellettuale
forme senza tempo attraversate
dall’evocazione dell’essere e del divenire.

Nelle sue opere possiamo sentire il vissuto dell’artista con il luogo della storia, con lo studio, la sua bottega, operante e meditativa, luogo di creatività, di concentrazione,di elaborazione; traduzione di idee, intuizioni, letture. Scagionare dall’interiorità quel cumulo di energie non sempre spiegabili con la ragione, che spingono alla rappresentazione e alla comunicazione di un credo pienamente coerente e corrispondente con l’azione temporale.
Settanta, anni febbrili di incessante ricerca e confronto, di fermenti, di concetti travagliati, risultati pittorici ora sospesi, ora antinomici composizioni piene e vuote, ricerca unitaria del tutto e del nulla. Segni sentiti, segni come traduzione formale di energie Esternazione dell’attimo magico, oltre l’abilità, oltre l’atavica tecnè .Rappresentazione di oggetti che interagiscono, in scenari di astrazione segnica. e di ordine metafisico.
Oggetti che vogliono evocare, trascendere nei campi del surreale e del simbolico, memoria rifusiva di messaggi comunicati da quella maestria secolare, che ci ha donato porzioni di spiritualità, di poesia ,di armonia., che si scontrano con il malessere, il disagio, la precarietà la decostruzione. Assistiamo ad una sintesi mediatica che ci conduce verso la riflessione della forma e delle parole.

Salvatore RAPISARDA

Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

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LipumaSettanta


La mostra è inserita negli eventi della Giornata del Contemporaneo indetta dall’ A.M.A.C.I. (Ass. Musei Arte Contemporanea Italiani).

Sabato 9 ottobre 2010 alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma via Maestranza 110 Siracusa l'architetto Salvatore Rapisarda presenta

LipumaSettanta
Nove ottobre 2010

SALVO LI PUMA

Un pittore, un siracusano dell’arte.
Nelle sue opere il possesso dell’oggetto e del luogo,
pensiero e osservazione,
interazione intellettuale
forme senza tempo attraversate
dall’evocazione dell’essere e del divenire.

Nelle sue opere possiamo sentire il vissuto dell’artista con il luogo della storia, con lo studio, la sua bottega, operante e meditativa, luogo di creatività, di concentrazione,di elaborazione; traduzione di idee, intuizioni, letture. Scagionare dall’interiorità quel cumulo di energie non sempre spiegabili con la ragione, che spingono alla rappresentazione e alla comunicazione di un credo pienamente coerente e corrispondente con l’azione temporale.
Settanta, anni febbrili di incessante ricerca e confronto, di fermenti, di concetti travagliati, risultati pittorici ora sospesi, ora antinomici composizioni piene e vuote, ricerca unitaria del tutto e del nulla. Segni sentiti, segni come traduzione formale di energie Esternazione dell’attimo magico, oltre l’abilità, oltre l’atavica tecnè .Rappresentazione di oggetti che interagiscono, in scenari di astrazione segnica. e di ordine metafisico.
Oggetti che vogliono evocare, trascendere nei campi del surreale e del simbolico, memoria rifusiva di messaggi comunicati da quella maestria secolare, che ci ha donato porzioni di spiritualità, di poesia ,di armonia., che si scontrano con il malessere, il disagio, la precarietà la decostruzione. Assistiamo ad una sintesi mediatica che ci conduce verso la riflessione della forma e delle parole.

Salvatore RAPISARDA

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sabato 2 ottobre 2010

CONVERSAZIONE D'ARTE E FILOSOFIA


Giovedì 7 ottobre alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma in via Maestranza 110 Siracusa CONVERSAZIONE D'ARTE E FILOSOFIA a cura del prof. Guglielmo Montuori

"SPELLBOUND" (IO TI SALVERO') di A. HITCHCOCK E LA TEORIA DELL'INCONSCIO DI S. FREUD

Nel 1895 nascono, contemporaneamente, il cinema e la psicoanalisi.
La coincidenza è significativa, anche perché cinema e psicoanalisi rappresentano due dei più riusciti tentativi dell'esplorazione dell'inconscio mai escogitati dall'uomo.
Da teoria terapeutica, la psicoanalisi è divenuta, nella cultura contemporanea, una metodologia d'interpretazione delle varie sfere dell'attività umana e quindi anche delle varie
manifestazioni ed espressioni artistiche.
A. Hitchcock è stato il più famoso divulgatore cinematografico del pensiero di S. Freud e ha espresso in maniera impareggiabile il rapporto del cinema con la psicologia del profondo.
Esempio unico della dimensione "artistica" hitchcockiana è dato in "Spellbound" dalle sequenze oniriche, per le quali il celebre regista fece ricorso alla collaborazione del pittore surrealista Salvador Dalì.
(Prof. Guglielmo Montuori)

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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lunedì 27 settembre 2010

Forza d'ali - di Giusi Contraffatto




Sabato 30 settembre alle ore 18,30 nei locali della Galleria Roma di via Maestranza 110 Ebe Russo presenta la raccolta di poesie "Forza d'ali" di Giusi Contraffatto.
Interverranno Giusi Giuffrida dell'ANVOLT , Vitale Verri e Ina Nicosia.

Buffet con degustazione vini siciliani

Attraverso le sue poesie, Giusi Contraffatto esprime i sentimenti più intimi del suo animo,le sue intuizioni del reale,una forza comunicativa capace di coinvolgere sul piano delle emozioni e delle riflessioni anche il lettore più frettoloso. L'intensità poetica si sprigiona sin dai primi versi e ci porta, come fa lei, a guardare lontano, alla ricerca di un sogno più sereno e attraente, ma fuggevole come un palpito d'ali.

Ebe Russo

Giusi Contrafatto

imprenditrice in Sicilia gestisce un'azienda di famiglia fondata dal nonno Giacomo nel 1930, nasce a Caltagirone il 25 giugno 1960; censita il 29 giugno 1960 poiché incerta era la sua sopravvivenza. Tenace nel non lasciare questa vita lo è anche nel percorrerla, forte di carattere, decisa, fiera un miscuglio che fa di lei purezza infinita. Nasconde una sensibilità d'animo profonda, un patrimonio emozionale troppo vasto per essere rinnegato e misconosciuto, dare voce al suo "io più profondo" è un privilegio che dà ricchezza a chi da lei imparerà la strada della risalita. Giusi è energia in tutto ciò che è creativo, grande sognatrice, ama l'arte e la poesia come più alta espressione dei sentimenti e della natura che vivono in simbiosi. Segnata da esperienze molto profonde e significative, compone i suoi versi non perdendo mai di vista l'esempio più vero che attribuisce alla vita "perfetta e imperfetta" ma dotata di quell'armonia che ha sempre condotto "l'essere al vivere". A difesa dei sentimenti più puri, essenziali, alcune poesie raccontano di menti segnate e ferme ad antiche radici, dove le verità e ogni forma di sentimento sono adeguate a valori bendati, sordi e muti, ma dove le chiuse si affidano quasi sempre a speranze di luce e amore emarginando la condizione dell'ignoranza. L'amore, la lealtà dei sentimenti, i ricordi delle emozioni, sono esaltate da forze cicliche esistenziali come le stagioni, la luna, il sole.
Giusi è ferma nei suoi principi, nelle sue convinzioni, ferma e forte come le radici di un albero secolare piantato su una terra aspra, eppure vive di sogni e speranze che danzano nel cuore.
Un vulcano di creatività e passionalità sempre pronto ad eruttare, un animo poetico ricco di emozioni profonde, significative, incancellabili. Vi sono menti che sono destinate e condannate dal fato a perpetuare gli stessi principi e gli stessi ideali per tutta la vita, nulla scalfirà mai le loro scelte e i loro buoni propositi, impariamo da questi esempi di coraggio a cambiare la cultura aberrante che sovrasta gli infiniti silenzi che ci accompagnano. Diamo alla speranza il suono dolce di una nenia e al futuro i colori di un arcobaleno che si immergeranno in un rosa antico fatto di "Donna"quella Donna con la D maiuscola, che non perderà mai la sua identità di essere stata madre: "coraggio ed esempio" per i "figli mai partoriti. Sonia Demurtas nota le sue doti poetiche e decide di inserirla nella raccolta di liriche " VOCI DI CONCHIGLIA 2" e successivamente in "COLLANA DI PERLE".

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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mercoledì 22 settembre 2010

LUCIO PICCOLO


Per i giovedì della galleria, giorno 23 settembre alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma via Maestranza 110, Salvo Sequenzia parlerà di:


SI DICE CHE IL SILENZIO ERA FUGGITO
Storia di Lucio Piccolo barone di Calanovella, poeta e mago


Riverberi d’echi, frantumi, memorie insaziate,
riflusso di vita svanita che trabocca
dall’urna del Tempo, la nemica clessidra che spezza,
è bocca d’aria che cerca bacio, ira,
è mano di vento che vuole carezza

Lucio Piccolo, La notte

«Siamo qua come agli orli della vita, Contessa. Gli orli, a un comando, si distaccano; entra l’invisibile; vaporano i fantasmi; […]. Ecco tutto. I sogni, la musica, la preghiera, l’amore….tutto l’infinito che è negli uomini lei lo troverà dentro e intorno a questa isola». E’ per bocca del mago-poeta Cotrone, signore della Villa della Scalogna ne I Giganti della montagna di Pirandello, che facciamo ingresso nel mondo incantato e favoloso della poesia di Lucio Piccolo, un «mobile universo di folate» che rappresenta una delle più straordinarie vicende letterarie del Novecento.
Tale vicenda letteraria comincia nel 1954, quando il poeta invia ad Eugenio Montale le 9 Liriche stampate nello stabilimento tipografico «Progresso» di Sant’Agata di Militello. Entusiasta di quelle poesie, Montale presenterà lo stesso anno la silloge ed il suo autore ad un convegno di poeti a San Pellegrino. Da allora la vicenda letteraria del poeta dei Canti barocchi si mescola alla sua leggenda.
Lucio Piccolo di Calanovella nasce a Palermo nel 1903 da Giuseppe e Teresa Tasca Filangieri, appartenente ad una delle più antiche e nobili famiglie dell’isola, imparentata con I Lanza, I Notarbartolo di Villarosa ed i Moncada. L’autore de Il Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, era suo cugino. Il poeta ebbe residenza stabile a Palermo sino alla morte del padre, quando si trasferì a Vina di Capo d’Orlando, nella villa che divenne ben presto cenacolo di poeti, letterati, musicisti, maghi e scienziati. La sorella Agata era cultrice di botanica; il fratello Casimiro, studioso di parapsicologia, fotografo e pittore.
Lucio Piccolo fu studioso di filosofia, di scienze matematiche, astronomia, esoterismo; musicologo e compositore, conoscitore del greco antico, dell’ebraico e dell’arabo. Leggeva poeti e filosofi nei testi originali in tedesco, inglese, francese e spagnolo.
Piccolo ebbe una cultura di vastità e profondità enciclopedica e, pur muovendosi raramente dal suo eremo di Capo d’Orlando, fu a contatto con i maggiori poeti e letterati del suo tempo. Con il poeta Yeats ebbe una fitta corrispondenza sulla natura delle fate, che il fratello Casimiro dipingeva e fotografava nei giardini della Villa.
Cultura, memoria, magia, suggestioni ancestrali e sapienza orfica nutrono i versi di Lucio Piccolo; la sua poesia rivela la sua appartenenza a quel «sesto continente del pianeta piccolo e clandestino» che è la Sicilia, terra di miti brividata da ansie esistenziali e da urgenze speculative, popolata di fantasmi, nutrita di visioni e di attese. Poesia di incantamenti senza tempo, che fanno di questo poeta un “cantore”, più che un poeta nel senso della greca poesis. Non per nulla egli perseguì lungo tutto l’arco della vita l’ideale di una sapienza arcaica fondata sulla celebrazione della polarità che è, innanzitutto, “musica”. La sua perfetta conoscenza del greco antico e dell’aramaico, l’anelito costante alla scienza del numero pitagorica, lo studio del mondo delle ombre e dei suoi abitatori – fate, folletti, gnomi e creature fatue della notte – attestano una frequentazione costante, assidua, quasi sacerdotale, del poeta con una dimensione ed una realtà autre. Il suo essere trasognato, con lo sguardo sperduto verso orizzonti remoti e senza tempo, denota una immaginazione creatrice in cui la poesis seppe farsi profonda contemplazione, conoscenza visionaria, al modo degli iniziati di Eleusi.
Da questa sconfinata e traboccante immaginazione creatrice scaturisce una produzione letteraria originale e complessa, segnata da un linguaggio simbolico ed esoterico, da un perspicuo carattere orfico. Le raccolte Canti barocchi (1956) e Gioco a nascondere (1967) partecipano di tale dimensione visionaria, fragile, iniziatica e crepuscolare: «Sogno piani convessi/luminosi quadrangoli circolari/e l’infinito/chiuso in un anello».
La raccolta Plumelia (1967) e La seta (1984) rappresentano l’esito perfetto, la maturazione piena e consapevole della poesia di Piccolo, sia sul piano formale che su quello contenutistico. Come nei Canti barocchi e in Gioco a nascondere in Plumelia ritornano ricordi e impressioni dell’infanzia palermitana, immagini e visioni di luoghi e di paesaggi che trascendono il mero dato biografico e topografico per consegnarsi a una trama di richiami esoterici, mnestici, evocativi.
E’ la memoria il fondamento di questa poesia. Di quella Memoria che è Mnemosyne, madre delle Muse, che concede al poeta le immagini per una profonda riflessione sull’essere, sull’eterno, sulla fugacità, la morte, il male ed il tempo; la perennità della natura, la magia dell’universo, l’ansia del ritorno alle origini.
Ne La seta la raffinata mescolanza di toni di un fluido canto, in cui si depositano le scene di una natura che abbonda, si trasforma e svampa, costituisce la la dimensione stilistico-tematica precipua. Vibra un moto di pena esistenziale in questa poesia, assorbita dalla istanza della memoria, dalla intuizione di vertiginose ed ignote presenze cosmiche, che abitano e fecondano una natura meravigliosa e affannata, che il poeta coglie con preziose e abbaglianti cifrature barocche.
Lucio Piccolo si rivela poeta assorto, librato un una robusta direttrice di pensiero, nutrito di storia e di memorie, frequentatore di creature disincarnate, custode di segreti e di ombre, cifra intensa di un sostegno a un respiro poetico autenticamente governato dal senso della labilità dell’esistere, dal fuggire di ogni condizione della storia, mentre in un sospeso stato di attonita attesa, di meraviglia e scoperta, si levano i miti eterni dell’infanzia del mondo, stagione planetaria ora ritagliata a barlumi, oscura e raggiante, ora incedente nel Bosco sacro dell’universo, palpitante di vita, gremito di creature portatrici di nostalgie ancestrali, gravido di incantagioni e di umori, dove «sale la delizia del sangue dà fili/di porpora a le foglie, batte/nei petali e la corolla/s’apre al verace respiro;/ma si ferisce la mano/che la coglie e gioia e dolore/chiude l’istesso cerchio» (Il raggio verde e altre poesie inedite, Terza Esperide).

Cotrone: -Respiriamo aria favolosa. Gli angeli possono come niente calare in mezzo a noi; e tutte le cose che ci nascono dentro sono per noi stessi uno stupore. Udiamo voci, risa; vediamo sorgere incanti figurati da ogni gomito d’ombra, creati dai colori che ci restano scomposti negli occhi abbacinati dal troppo sole della nostra isola.
LUIGI PIRANDELLO, I Giganti della montagna

Salvo Sequenzia

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lunedì 10 maggio 2010


Giovedì 13 maggio alle ore 18,30 LA MECCANICA QUANTISTICA alla galleria Roma relatore il prof. Enzo Monica
Principi elementari di Meccanica Quantistica la scienza che ha messo in crisi la ricerca della verità e la certezza della realtà.
Ma cosa è questa meccanica quantistica?
Più volte in questi ultimi tempi si è sentito parlare di fisica e meccanica quantistica. Attratti dalle moderne visioni del mondo che scaturiscono dalla nuova scienza, ne hanno parlato filosofi, artisti, letterati.
In effetti, la meccanica quantistica nasce intorno agli anni ’30 del secolo scorso ed è un modello matematico appositamente creato per giustificare alcuni fenomeni naturali.
La sua interpretazione però ha aperto molte questioni che sono state e sono ancora foriere di dibattiti e interesse tra gli scienziati, i filosofi e gli artisti.
Le idee che scaturiscono dallo studio della meccanica quantistica hanno affascinato non solo i cultori della materia, ma anche chi è interessato all’unificazione della cultura umanistica e della cultura scientifica, nonché chi ricerca i legami tra la visione mistica e spirituale dell’oriente e quella razionale e tecnico-scientifica dell’occidente.
La “sovrapposizione degli stati” nelle particelle elementari, il principio di indeterminazione di Heisemberg, il dualismo onda-corpuscolo nella materia, sono i concetti che Enzo Monica cercherà di illustrare in modo semplice ed elementare.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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http://www.galleriaroma.it/

venerdì 9 aprile 2010

FOTO


Mostra Fotografica

Sabato 10 aprile alle ore 18,30 si inaugura presso la Galleria Roma , via Maestranza 110 a Siracusa, la mostra fotografica degli allievi del "corso base di fotografia" organizzato dall'Associazione Culturale Alimede. La mostra rimarrà aperta fino al 14 aprile.

Saranno esposte le fotografie realizzate dagli allievi che hanno partecipato alla seconda e terza edizione del corso di fotografia, i cui docenti sono stati i fotografi professionisti Sergio Vasta, Daniele Aliffi e Massimo Zappulla.
I principali temi affrontati durante i corsi sono stati la luce, la tecnica del notturno, il paesaggio, il ritratto, lo still life. Una lezione sulla fotografia naturalistica è stata tenuta dall’avvocato Salvatore Baglieri ed una sulla fotografia artistica dal fotografo Salvatore Zito.
Organizzazione e Direzione Artistica: Corrado Brancato

Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

Ingresso Libero



Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com

lunedì 5 aprile 2010

I ROVELLA




Giovedì 8 Aprile alle ore 18.30 nei locali della Galleria Roma di via Maestranza 110 Siracusa, il prof. Luigi Amato ricorderà i fratelli Giuseppe e Salvatore Rovella intellettuali dalla personalità ricca e complessa che, in campi diversi, filosofo il primo, antropologo e dialettologo il secondo hanno dato lustro alla cultura siracusana. In particolare il prof. Amato tratterà alcuni aspetti inediti dell'opera dei fratelli Rovella. Sono previste a breve l'uscita di alcune pubblicazioni riguardanti scritti inediti dei due personaggi.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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lunedì 22 marzo 2010

ART BRUT


Giovedì 25 marzo alle ore 18,30 nei locali della Galleria Roma di via Maestranza 110 Siracusa, Turi Volanti parlerà di ART BRUT, introdurrà Salvatore Failla

ART BRUT - II linguaggio visivo dei primitivi, dei bambini e dei folli - Genialità e follia: correlazioni.

L'Art brut non è stata inventio di alcun artista, né di una scuola , né di un movimento: è nata da una tipologia umana particolare, fra i soggetti più istintivi e incolti che si possano immaginare; da individui affatto indomabili, spinti da pulsioni sfrenate, di cui sono vittime in primis i folli, gli schizofrenici, e poi, con specificità differenti, i primitivi e i bambini.
E' l'arte che non conosce il proprio nome, detto sul filo della inquietante definizione di Jean Dubuffet, corifeo raffinato - e non altro poteva essere - colto pittore francese, che la scoprì nei manicomi e nelle carceri e dai quei margini sociali della storia la riportò nell'alveo della coscienza dei circuiti culturali e creativi di massima fruizione.
Di lectio diffìcilìor l'Art brut, non si avvale di codici linguistici istituzionalizzati, ma da pittografie simboliche, le cui radici sono riconducibili ai beisik-scribl da decrittare onde pervenire, sul piano connotativo, a più chiare significanze.
Come fenomenologia materica, ha avuto vasti echi nell'arte contemporanea, atteso che il materiarìsmo. ovvero l'uso della materia grezza, che ha storicamente la sua genesis nell'Informe/, ha creato numerosi tòpoi nell'area del rifiuto dei materiali tradizionali.
Arte autre?, arte diversa da ogni altra?, quindi originale? Non basta. L'opera cui si voglia attribuire l'aggettivo esige specifiche proprietà creative non disgiunte da un rapporto piuttosto complesso con la storia dell'arte, anche se la tipicità dell'opera si richiama - e si connette fortiter in re - a opere preesistenti.
Sarebbe il caso di dire che sulla scorta della favola biblica, in cui l'uomo sarebbe stato creato dall'argilla, nell'Art brut riprende non la nobile creta ma, nelle opere di Dubuffet e accoliti, il fango, la terra-terra, riverberando sull'uomo la più infima degradazione ontologica.

Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato

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giovedì 18 marzo 2010

PROFILI


Sabato 20 marzo alle ore 18,30 nei locali della Galleria Roma di via Maestranza 110 Siracusa, Salvo Sequenzia presenta PROFILI di Marisa Leanza.

Profili di Luce e silenzio.

Marisa Leanza. Pittrice, disegnatrice, ceramista.
In lei convivono quasi duo corda: l'anima razionale, misurata, luminosa, piana, olimpica; e quella emotiva, silenziosa, occulta, umbratile, dionisiaca, che si svela come corrispettivo estetico di una complessa sensibilità psichica.
Personalità duttile e multiforme, in cui albergano il rovello del pensiero e un ineliminabile struggimento interiore, Marisa Leanza – in Profili - percorre con estrema rapidità il tempo di una ricerca che da un naturalismo alla Casorati, di spaesante elegia, attraverso momenti traversati da inquietudine e curiositas, approda ad un sentimento della forma caratterizzato da una peregrinazione nel magma della materia colorata.
L’artista vede, pensa e sente la realtà come trama intricata di elementi pittorici e, pertanto, le sue percezioni sono restituite sulla tela sub specie cromatica di segno e di luce. Da tale avvertimento affiora una teoria di volti, di corpi, di mani, che si definiscono quali reperti struggenti, assorti, sempre cangianti, modulati su ritmi contratti, scansioni spaziali chiuse e silenti, atmosfere sospese.
Nei Profili di Marisa Leanza si colgono legami di forme e di colori che non spiegano né traducono, bensì rappresentano la sostanza stessa delle emozioni evocate, così come esse si riverberano nell'interiorità dell'artista.
Nella densa trama espressiva che caratterizza le opere di Marisa Leanza, l’intensità delle forme evoca ed esprime energie primitive, ancestrali, che l’artista modula con antica sapienza e che si accampano tenui, dimorando su una spazialità ateleologica e incantatoria, disseminate nell'insieme cromatico come contrappunti musicali.
Se è vero - come asseriva Wassily Kandinskij - che il colore è risonanza interiore e che vi è un'equivalenza tra espressione musicale e pittorica, nelle opere di Marisa Leanza il colore, come il suono, è capace di esprimere il dinamico affioramento alla coscienza della sfera emotiva.
L’arte di Marisa Leanza è scandita da singolari momenti di accensione cromatica e grafica, da ritmi circolari che s’inseguono, quasi ritorni alla sfericità dell’utero materno.
I contrappunti paesaggistici vibrano di un colorismo limpido e arioso, e rendono lo spazio del dipinto una realtà mobile, nutrita di liberatori impulsi emotivi.
Lo spazio del quadro diviene spazio della memoria.
La gestualità e l’espressività del segno, la scelta empatica dei colori, il fitto intreccio dei percorsi segnici rappresentano, per l’artista, una scoperta fantasiosa e sorgiva di vitalità. Il quadro, trama luminosa dove venir catturati come entro un’enigmatica ragnatela colorata, è il risultato di un coacervo di sensazioni, quasi una summa dell’esistenza: il modo più appropriato, per la pittrice, di abbandonarsi al fluire incontrollato dei sensi. Vortice e vertigine, un sentimento di panteistica immersione nella totalità della natura e dei corpi, di cui restano orme disfatte, come cicatrici del vero: la forma di un corpo, la musicalità di mani, di braccia e di seni, la linea sinuosa di un albero, le tracce di fiori carnosi, di case romite, di ruderi ascosi, di riviere fugaci.
Nelle opere di Marisa Leanza levità e inquietudine, luce e silenzio, si compenetrano per superarsi a vicenda, ora accentuando il delicato mélange delle tinte, ora acuendo il pathos delle linee scure, come graffi dell’anima.
Ogni immagine racchiude felicità espressiva, bellezza lineare e formale, un'interpretazione globale del personaggio, eternato nella sua più intima, intensa spiritualità. Non la mera somiglianza fisica, né la presenza di particolari ambientali o paesaggistici servono alla pittrice per definire l'identità dell'amico, dell'amato o della modella, ma una linea morbida, ininterrotta, melodiosa, che costruisce la forma, un tratto incisivo che si estenua nei lunghi colli sinuosi, in mani flautate, in toraci infuocati, nei nasi appuntiti, nelle mandorle voluttuose degli occhi, che sembrano dire che «se non siamo figure di specchio/ che un soffio conduce/senza spessore/ne suono/pure il mondo dintorno/ non è fermo ma scorrente parete dipinta,/ingannevole gioco,/equivoco d'ombre e barbagli,/di forme che chiamano e/negano un senso» (Lucio Piccolo).


Salvo Sequenzia

Organizzazione e
Direzione Artistica: Corrado Brancato

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venerdì 5 marzo 2010

ARTE DONNA


ARTE DONNA 2010
quinta edizione

Anche quest’anno, in occasione della Festa della Donna , la Galleria Roma rende omaggio alla creatività delle sue socie con una mostra collettiva di pittura , scultura, grafica e fotografia, per valorizzare la figura della donna come pittrice e non più solo come soggetto dipinto, assegnandole il ruolo di protagonista della scena artistica a lungo dominata dalla figura maschile.
Questa mostra è innanzitutto un motivo per riscattare l’universo femminile da secoli di emarginazioni, soprattutto in arte, ed è anche l’omaggio più concreto che la Galleria Roma vuole fare in questo momento alla Donna per valorizzare la sua personalità, la sua creatività rendendola per una volta l’unica protagonista in Galleria.
Tutto questo si propone la mostra "ARTE DONNA 2010" in programma a Siracusa presso la Galleria Roma di via Maestranza 110 , dal 6 al 16 Marzo 2010.

Organizzazione e
Direzione Artistica: Corrado Brancato


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domenica 28 febbraio 2010

PSICOTERAPIA OLISTICA



Nèll’ ambito dei giovedì culturali organizzati dalla Galleria Roma, giorno 4 marzo alle ore 18.30 la Dott.ssa Aurelia Spagnolo parlerà di PSICOTERAPIA OLISTICA

PSICOTERAPIA OLISTICA

“La conoscenza non è nulla, l'immaginazione è tutto” A. Einstein
“Non esiste nulla di buono, né di cattivo, ma è il pensiero che lo rende tale” W. Shakespear

LA PSICOTERAPIA ENERGETICA
Negli ultimi 20 anni c'è stata una grande rivoluzione nel campo della Psicoterapia. Grazie all'apporto teorico della Fisica Quantistica, molte delle convinzioni credute esatte, si sono sfaldate, le lungaggini terapeutiche e le varie interpretazioni si sono rivelate fallimentari, rispetto alla esigenza di risposte veloci ed efficaci, che la persona richiede.
Alcuni terapeuti geniali, comprendendo la relazione indissolubile mente-corpo, in una visione olistica, hanno lavorato con gli strumenti della Psicoterapia uniti alla Medicina Cinese, rendendo possibili, terapie veloci ed efficaci, e soprattutto eseguibili dal paziente autonomamente.

PSICOTERAPIA E RIVITALIZZAZIONE VISO-CORPO
E' il pensiero che crea la realtà, l'immagine interiore si esprime attraverso l'immagine esteriore, in una vicendevole connessione.
Le emozioni negative si stampano sul nostro viso e corpo, privandoli della luminosità. La Psicoterapia Energetica, sciogliendo rapidamente traumi e conflitti, libera le enregie positive della persona, per realizzare la propria bellezza ed armonia, utilizzando i punti energetici della Medicina Cinese. A completare e riequilibrare la propria persona, ci viene in aiuto la floriterapia con la creazione di rimedi e di oli speciali personalizzati, curativi della psiche e del corpo.


Dott.ssa Aurelia Spagnolo-Psicologa, Psicoterapeuta
Laureata in Psicologia presso l'Università degli studi di Padova, specializzandosi in Psicoterapia. Consegue, inoltre, i Diplomi di perfezionamento in Medicina Cinese, Master in Omeosinergia,
Master in Psico-Oncologia, Terapie Psico-Energetiche, Floriterapia di Bach, Psico-Igienismo...



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mercoledì 17 febbraio 2010

ASTRATTISMO FOTOGRAFICO


Sabato 20 febbraio alle ore 18,30 presso lo spazio espositivo della Galleria ROMA di Siracusa il prof. Salvatore Rapisarda presenta la mostra di Delio Mica "ASTRATTISMO FOTOGRAFICO"

MICRO.MACRO
Natura.Struttura.Astrazione

I grandi maestri del primo Novecento che hanno nobilitato con il loro pensiero la loro opera fotografica rendendola arte, ci hanno insegnato che la fotografia diventa strumento di indagine autonomo capace di cogliere sorprendenti intuizioni e profondità nell’oggetto.
La sensibilità fotografica con i suoi mezzi riesce a gestire quel momento che può coglierci di sorpresa, e i vari scatti rappresentano una sequenza di momenti di eguale emozione che riescono a imprimere uno stile unitario alle immagini, sensazioni scaturite dalla poesia del carpe diem: cogliere l’attimo fuggente di un movimento, di un colore di un impulso luminoso.
Come spesso si afferma, un obiettivo può fare miracoli, il miracolo di fissare l’immagine tra la realtà che coglie l’occhio scrutatore e quella non realtà che ci proietta nei mondi paralleli dell’immaginario onirico e fantastico; proprio l’obiettivo ci svela la coscienza dell'artista e penetra nell' inconscio dello spettatore.
Le foto di Mica si presentano come un catalogo scientifico di nuclei monocellulari, che si rendono dinamiche attraverso variazioni formali amebiche tracciate da colori guizzanti o vorticosi, in analogie che invadono il pensiero artistico dell’arte astratta propria delle avanguardie della modernità figurativa, o possono ricercarsi attraverso i risultati della geometria frattale di Mandelbrot.
Immagini che sotto i nostri occhi ora si contraggono, ora si espandono oltre quei margini che nascondono il senso segreto delle cose.
Si creano visioni di luoghi sublimi, luoghi di luce, luoghi di colore.
Quella luce sempre protagonista, compagna e sfuggente amica, fautrice del gioco cromatico, che traduce microrealtà in macroimmagini ottenute attraverso la sapiente misura, di tutti gli elementi tecnici che concorrono al risultato voluto che si rivela nella magica fase della stampa.
Si concretizza la peculiarità dell' immagine, che è quella e non può essere un' altra, che definisce la personalità dell’autore la sua sensibilità, la sua cultura scientifica e artistica.

Salvatore Rapisarda
Architetto e docente di storia dell’arte

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